Il contesto archeologico delle colline
A metà anni 90’ l’attenzione del Gam si concentra sulla catena collinare con la convinzione che la modesta quantità di ritrovamenti archeologici documentati in questi luoghi fosse solo dovuta ad un difetto di ricerca; pareva inspiegabile infatti la difformità con i territori ad ovest del fiume Chiese dove avevamo già classificato decine di insediamenti e necropoli di età romana e longobarda. All’inizio facemmo scoperte incredibili sull’età preistorica per la quale comunque esistevano già in letteratura deboli segnalazioni per l’età del bronzo ed uno straordinario ritrovamento su Monte Rotondo relativo a due stazioni del paleolitico inferiore.
Nel 1995, seguendo alcune tracce di laterizio antico emerse dall’aratura fresca, individuammo un piccolo sepolcreto longobardo di undici tombe adagiato sul pendio di Monte S. Giorgio ed al limitare sud della sella delle Fontanelle.
Nel medesimo anno facemmo alcuni sondaggi conoscitivi e rilievi all’interno ed intorno alle strutture di un edificio religioso triabsidato e con cripta; questa chiesa, che si trova sulla sommità di Monte S. Giorgio e domina a 360° il territorio circostante, è appartenuta al medioevale monastero di S. Giorgio, fu poi venduta a privati e convertita a cascinale seguendo il destino di moltissimi edifici religiosi agli inizi dell’800’.
Le conclusioni degli studi condotti fino ad oggi insieme alla Soprintendenza confermano l’ipotesi già formulata dal Panazza che faceva risalire le origini di S.Giorgio al Monte all’VIII sec.; altomedioevali sono la cripta triabsidata e le strutture perimetrali dell’aula fino ad un paio di metri in alzato, più su si somma una consistente fase romanica ed una ristrutturazione seicentesca a completare una vita più che millenaria.
Altra scoperta di rilievo fu l’individuare nel 2002 la posizione della chiesetta medievale (di quadra) di S.Zeno; dedotta la posizione teorica con ricerche documentarie e verifiche sul posto, si eseguirono dei sondaggi con lo scavatore ed emersero i resti delle fondazioni murarie, il sagrato con l’area funeraia ed una sepoltura altomedievale sotto il campanile.
Il ritrovamento della necropoli e l'intervento
Nel 1998, nel corso di un controllo di superfice, la nostra attenzione si concentra sui resti di due sepolture emerse in seguito a lavori di adeguamento della ripa che sormonta la strada della Rampina nel punto in cui si snoda alla base del Monte di S.Zeno ed al limitare nord della sella delle Fontanelle.
Conseguenti verifiche eseguite sotto il coltivo nel mezzo dell’appezzamento soprastante, una ventina di metri più in là, misero in luce altre sepolture; era chiaro che il sepolcreto aveva una certa vastità.
A partire da quell’anno organizzammo più campagne di scavo facendo conto esclusivamente sulle nostre capacità operative (Gam) per quanto riguarda la ricerca, lo scavo, la documentazione e sulla Soprintendenza archeologica della Lombardia per quanto riguarda la direzione scientifica.
E’ uno dei sepolcreti longobardi più grandi mai ritrovati in Italia con 323 sepolture scavate a fine 2006 e ad indagini ancora in corso; sono stati recuperati più di 300 reperti ed alcuni oggetti di corredo sono assolutamente unici.
Questo recupero è stato possibile grazie alla disponibilità dei proprietari dei due appezzamenti interessati (famiglia Savoldi e Faccio); oltre agli attori già citati sopra va sottolineato il sostegno dell’amministrazione comunale di Montichiari.
Dati storico - archeologici
Vedi articoli pubblicazioni scientifiche qui a fianco.
(P.C.)