lnsieme a molti altri oggetti rinvenuti durante gli scavi, i ritrovamenti longobardi saranno esposti nella mostra prevista nella prossima primavera.
MONTICHIARl - Le tombe del Monte S. Zeno al Centro fiera
lnsieme a molti altri oggetti rinvenuti durante gli scavi, i ritrovamenti longobardi saranno esposti nella mostra prevista nella prossima primavera.
Ieri mattina, in un capannone del Centro Fiera del Garda, debitamente «impacchettate» in appositi involucri, sono state depositate due tra le 322 tombe longobarde che, lavorando insieme con la Soprintendenza archeologica della Lombardia, i volontari del Gam, il Gruppo archeologico monteclarense, hanno portato alla luce nella necropoli rinvenuta sul Monte San Zeno, a sud di Montichiari, dalle parti delle Fontanelle.
Insieme con molti altri oggetti rinvenuti durante gli scavi, le tombe saranno visibili durante la grande mostra che, dedi- cata alla necropoli del Monte San Zeno e in generale ai Longobardi, verrà allestita in primavera a Montichiari.
Oltre al sindaco Gianantonio Rosa (il quale, dopo aver ringraziato il Gruppo archeologico per il prezioso lavoro svolto, ha annunciato l'evento primaverile di cui abbiamo detto), alla «deposizione» delle due tombe erano presenti Andrea Breda, funzionario della Soprintendenza archeologica della Lombardia, Paolo Chiarini, presidente del Gam, e il docente universitario Angelo Baronio.
Andrea Breda ha sottolineato l' importanza della collaborazione tra Soprintendenza e volontari: «Connubio fondamentale - ha detto -, anche per evitare che l'archeologia si risolva in una raccolta indiscriminata e abusiva di reperti». Breda ha inoltre sottolineato l'importanza della necropoli rinvenuta in San Zeno, «dove sono state trovate 322 tombe. Questo significa, tra l'altro, che si tratta di un insediamento che è durato a lungo nel tempo; un insediamento, insomma, grazie al quale gli studiosi possono arricchire le conoscenze dei Longobardi e dei Lombardi, loro diretti discendenti».
Paolo Chiarini, invece, ha ricordato che «in questi anni abbiamo setacciato non solo Montichiari, ma anche i paesi limitrofi. E se in altri luoghi ci siamo limitati a dei «semplici sondaggi», intuendo che si trattasse di un sito importante, sul Monte San Zeno abbiamo deciso di continuare con gli scavi. Scelta che si è rivelata vincente, perché sono usciti reperti interessantissimi, che ci consentiranno di far luce su un periodo storico molto importante».
Sull'aspetto della conoscenza ha puntato molto anche Angelo Baronio. «Questa è una mattina molto bella - ha esordito il professore -, perché facciamo un passo in avanti nel progetto grazie al quale contiamo di scoprire molte cose sulla presenza dei Longobardi nella Bassa. Gli scavi e la mostra della prossima primavera, infatti, sono la seconda tappa di un percorso iniziato nel 2005 con il convegno di Leno, e che si concluderà con gli scavi in programma a Sirmione. Alla fine del percorso, diciamo intorno al 2009, dopo che gli esperti avranno studiato i vari reperti venuti alla luce, organizzeremo un grande convegno di carattere europeo, grazie al quale crediamo di riuscire a dare risposte ad alcuni quesiti oggi irrisolti». .
Anche Angelo Baronio ha sottolineato l'importanza del sito archeologico che si trova sul Monte San Zeno: «Un'area davvero straordinaria, che ci consente di andare indietro nel tempo fino al Neolitico».
(gaf)