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"Reperto, inventario, comunicazione. ...."
Tesi di specializzazione di Luca Mura presso il Gam/Past
 
Tesi specialistica Luca Mura Tesi specialistica Luca Mura (3989 Kb)  
   
13 gennaio 2014

"Reperto, inventario, comunicazione. ...." Tesi di specializzazione di Luca Mura presso il Gam/Past

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
Facoltà di Lettere e Filosofia
Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici

Tesi di specializzazione
REPERTO, INVENTARIO, COMUNICAZIONE.
STRUMENTI PER LA GESTIONE DEL REPERTO ARCHEOLOGICO,
PER LA RIPRODUZIONE VIRTUALE PER L’UTENZA PROFESSIONALE
E LA FRUIZIONE LUDICA.

Specializzando: LUCA MURA
matr. 936456‐SS
anno 2011


Introduzione
Il presente lavoro è maturato svolgendo il mio tirocinio formativo presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia1, il cui compito è stato di inventariare i reperti in deposito nel magazzino del Gruppo Archeologico Monteclarense (GAM), che da oltre 20 anni conduce campagne di scavo e ricerche nel comune di Montichiari (BS) e nei territori limitrofi, con la direzione scientifica del dott. Andrea Breda, funzionario archeologo presso il nucleo operativo di Brescia.
Il livello di professionalità e capacità organizzativa raggiunto dal GAM, nonché la disponibilità di spazi adeguati hanno permesso al gruppo di poter gestire autonomamente la documentazione archeologica e soprattutto conservare presso le sue strutture i reperti di scavo che dal 1994 ad oggi ammontano a più di 80 casse2, senza tener conto dei materiali già inventariati provenienti dalloscavo delle necropoli longobarde di Monte S. Zeno, Monte S. Giorgio – Fontanelle, confluiti nella mostra ‘I longobardi nel Bresciano’ allestita presso il PAST, il nuovo palazzo dell’archeologia e della storia del territorio di Montichiari.
Il mio ruolo è stato quello di predisporre una scheda di inventario che rispondesse agli standard dell’ICCD, ma che fosse specifica per Montichiari, in modo da fornire alla Soprintendenza una stima di ciò che il gruppo archeologico aveva raccolto nel corso degli anni, di modo da poter poiprocedere alla concessione del deposito permanente, dando così la possibilità al GAM di arricchire la collezione del neonato PAST con reperti che coprano le vicende storiche di Montichiari al di là dell’epoca alto medievale.
L’obiettivo principale di questo elaborato è stato quello di proporre alcuni strumenti a basso costo per la restituzione virtuale di quei reperti che per motivi di spazio, conservazione, fragilità, etc, non posso essere facilmente accessibili, sia per gli archeologi professionisti che per i semplici visitatori domenicali.
Il primo capitolo descrive, in particolare, la struttura del database relazionale che il GAM utilizza per schedare i siti individuati e il materiale archeologico raccolto, nel quale ho inserito la ‘Scheda di inventario materiale’ che in 4 voci (categoria, classe/produzione, definizione, materiale) permette di identificare il singolo reperto o l’associazione di reperti con un grado di dettaglio modulare.
Negli ultimi anni il miglioramento dei software che attraverso una serie di scatti fotografici permettono di poter disporre di un rilievo tridimensionale accurato di un reperto, ha favorito la creazione di una serie di ‘cataloghi virtuali’ per esposizioni museali, ma anche per studio. Il secondo capitolo affronta le ultime tecniche di modellazione 3D da sensori passivi, dal settaggio iniziale alla postelaborazione, con alcuni esempi di oggetti provenienti da Montichiari.
Infine, il terzo capitolo è incentrato sullo sviluppo di un’applicazione per dispositivi mobili quali smartphone e tablet, che consente di rendere interattivo un semplice volantino didattico sul sito della Rocca di Montichiari, con l’uso della realtà aumentata (AR), una tecnica già sperimentata in vari musei europei, che consente di comunicare la storia attraverso strumenti ‘ludici’.

Conclusioni
Il lavoro che è stato illustrato in questa tesi ha avuto l’obiettivo principale nel fornire nuovi strumenti di gestione del reperto archeologico da parte degli addetti ai lavori, e di divulgazione multimediale per l’appassionato di storia.
Il banco di sperimentazione è stato il materiale presente nei magazzini del Gruppo Archeologico Monteclarense, una realtà nata a livello locale 20 fa da appassionati di archeologia, che nel tempo ha acquisito una notevole professionalità nella conduzione di scavi e ricerche di superficie, nonché di supporti informatici e catalografici di alto livello che pochi musei locali posso vantare di possedere.
Lavorando in stretta collaborazione con il nucleo operativo della Soprintendenza di Brescia, il GAM ottenendo importanti traguardi scientifici e divulgativi, culminati con la mostra ‘I Longobardi nel Bresciano’ e l’istituzione del PAST, il Palazzo della Storia e dell’archeologia del Territorio del comune di Montichiari.
Il progetto futuro è quello di poter ottenere il riconoscimento di museo e poter ospitare, come recita il nome, materiali e testimonianze dell’evoluzione storico-archeologica di Montichiari, creando un vero e proprio spazio di archeologia globale e diacronica che cerca di definire le trasformazione degli ambienti socioculturali, dalle prime testimonianze organizzate fino all’età preindustriale.
Il mio contributo al progetto PAST è consistito nell’inventariazione dei reperti tramite l’elaborazione della scheda di Inventario Materiali per Cassa, normalizzata con gli standard ICCD e relazionata al database già esistente presso il gruppo archeologico che è il primo passo da compiere nell’iter di concessione di deposito di materiale archeologico presso il GAM.
Il risultato è stato la compilazione di oltre 650 schede di reperti dislocati in quasi 80 casse, strumento indispensabile alla Soprintendenza per attribuire il numero di stato.
La valorizzazione di questo patrimonio archeologico è stata affrontata tenendo in considerazione in primis l’utenza professionale, offrendo degli strumenti utili per accedere alle informazioni dell’archivio attraverso modelli virtuali accurati dei reperti, effettuati con programmi che non richiedono una specifica competenza informatica (in tre settimane di lavoro si riesce a raggiungere una buona padronanza dei software descritti) e che hanno un basso costo economico.
Il GAM può ora disporre di un nuovo know‐how per fornire modelli tridimensionali da offrire agli archeologi che ne vogliano far richiesta per motivi di studio e di confronto, nonché di arricchire il PAST con supporti multimediali per una più ampia offerta didattica e culturale.
Infine il secondo attore del processo di valorizzazione è ovviamente il pubblico, e anche da questo punto di vista occorre forse riflettere sul fatto che il fruitore potenziale di un prodotto multimediale di ambito archeologico non coincide necessariamente con i potenziali lettori di pubblicazioni archeologiche a stampa. Ho sviluppato per questo un’applicazione per smartphone che coinvolga il visitatore nell’approccio al dato storico attraverso la realtà aumentata, giocando con i reperti 3D che compaiono ‘magicamente’ su un volantino informativo del sito della Rocca di Montichiari, appena sopra la sede del PAST.
Concludo dicendo che, riguardo all’aspetto ideativo e realizzativo, il multimediale costituisce uno straordinario strumento per avvicinare gli archeologi al pubblico, e come afferma Enrico Zanini ‘il multimediale può essere il luogo in cui, ricorrendo a soluzioni tecniche più o meno sofisticate, alcune delle quali sono però realmente alla portata di tutti, gli archeologi possono assumere in prima persona l’onere della divulgazione del proprio lavoro, presentandone i risultati finali non solo in termini di scoperta, ma anche e soprattutto in termini di comprensione del contesto storico in cui si inserisce il singolo monumento e di esplicitazione dei metodi propri del processo conoscitivo in archeologia76’.
Luca Mura
(tutti i diritti riservati)


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