Mons. Angelo Chiarini - dicembre 1981
Il castello Bonoris: sogno e capriccio d'un conte
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Il suo costruttore fu il conte Gaetano Bonorìs, ultimo erede di una ricca casata mantovana, nelle mani del quale erano confluiti tutti i beni degli avi, ................................................................................
Il conte Bonoris rimase così affascinato dalla Rocca di Torino, da non riuscire più a liberarsi dalla sua immagine. Iniziò allora gli approcci con il nostro Comune per appropriarsi dei resti della Rocca altomedioevale di Montichiari, e li ottenne, nel 1890, offrendo in compenso 5.600 lire, più le strutture lìgnee del Teatro Arnoldi, smantellato in Mantova, che servirono, denaro e strutture, per la costruzione del nostro Teatro.
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Concludendo non si può far a meno di associarsi al comune rammarico per la quasi totale cancellazione del passato, lasciando ad ognuno il giudizio sull'attuale edificio. Qualcuno lo troverà disambientato in un area lombarda e di pianura, oppure lo vedrà staccato dall 'abitato circostante, o addirittura «un falso inconcepibile» come è stato giudicato quello di Torino, ma nessuno potrà far a meno di apprezzare l'organica coerenza dell'insieme, la cura che vi è stata dedicata e la dovizia che vi è stata profusa. Al profano piace così come è.
Mons. Angelo Chiarini