Scoperta archeologica vicino al colle di S. Pancrazio: alla luce due manufatti serviti per la costruzione della chiesa
A un centinaio di metri dal colle di San Pancrazio, mentre stavano sbancando il terreno per una nuova lottizzazione, le ruspe hanno portato alla luce mattoni cotti e semicotti, una pavimentazione e altro ancora. Una verifica del Gam, il Gruppo archeologico monteclarense, ha consentito di scoprire ciò che si nascondeva fra quei laterizi: due fornaci dei primi anni del Settecento che, probabilmente utilizzate per la costruzione del duomo di Montichiari, erano poi state ricoperte sotto uno strato di terra.
I due manufatti sono stati «presentati» ieri. Si tratta di fornaci a camera, che si distinguono per conformazione e dimensioni. La prima fornace, orientata nord-sud, è lunga 9 e larga 4,50 metri, mentre la seconda, orientata est-ovest, è un po' più grande: 5,35 metri di larghezza e 13,45 di lunghezza (essendo mutilata nella parte finale, in origine doveva essere qualche metro più lunga).
Ieri alla presentazione c'erano Gianantonio Rosa ed Elena Zanola (sindaco e il vice sindaco di Montichiari), Paolo Chiarini, presidente del Gam, e Andrea Breda, della Soprintendenza archeologica di Brescia.
Chiarini ha ricordato che «questi ritrovamenti sono il frutto delle ricerche che, anche grazie all'ottimo rapporto instaurato con 1'Amministrazione comunale, facciamo spesso.
Anzi, direi che questo è un classico esempio. Si stavano facendo lavori di lottizzazione, quando sono venuti alla luce alcuni reperti. Siamo subito intervenuti, e questi sono i risultati».
«L'Amministrazione comunale - hanno detto Gianantonio Rosa ed Elena Zanola - si complimenta con il Gam e la Soprintendenza per questi nuovi, eccezionali ritrovamenti, ma anche per il lavoro sempre così approfondito che portano avanti. A questo proposito ricordiamo che al Museo Bergomi, fino a fine anno, è aperta la bellissima mostra sui Longobardi, che ha ricevuto lodi ed apprezzamenti anche fuori dalla nostra provincia, e che testimonia la vitalità della nostra città sotto il profilo storico e culturale».
Dopo aver ricordato che «questi manufatti sono uguali a quelli di epoca romana», Andrea Breda ha annunciato che le due fornaci verranno ricoperte, perché «a meno di isolarle in un ambiente semibuio, con temperatura e umidità costanti, sarebbe impossibile evitarne il deterioramento. La fragilità del materiale che caratterizza il 90% dei resti rende le strutture inadatte alla conservazione all'aria aperta, perciò, in attesa di future decisioni, verranno interrate e tutelate in questo lembo di lottizzazione che rimarrà verde pubblico». (gaf)