25 maggio 2018
Il «PAST» va tutelato o rischia di sparire
È il museo più importante del territorio monteclarense, che conserva reperti archeologici unici nel loro genere e trova sede sotto il castello Bonoris, nel palazzo Vantiniano, al quale si accede da Piazza Santa Maria. Si tratta del PAST, Palazzo dell' Archeologia e della Storia del Territorio, un unicum in provincia di Brescia che ha ospitato l'importante mostra << I Longobardi nel Bresciano, gli insediamenti di Montichiari» aperta nell'ambito delle manifestazioni Unesco durante la quale sono stati esposti pettini in osso che per fattura si pongono fra le migliori testimonianze nel panorama dei ritrovamenti in Italia. «Nel 2015» ci tiene a sottolineare Paolo Chiarini, anima del Gruppo Archeologico Monteclarense e direttore del Past « il Comune ha commissionato alla dottoressa Venturini la catalogazione di tutti i reperti afferenti al territorio di Montichiari, depositati nella sede del Gam, in depositi statali e in molti musei bresciani. L' operazione era preliminare alla preparazione di un progetto storico - archeologico e di istituzione museale che il Comune deve presentare alla Sovraintendenza ABAP. Il lavoro è giunto a termine nel mese di aprile ed elenca nel dettaglio la presenza nei depositi di circa 45mila reperti, propone spazi espositivi e obiettivi di tutela archeologica. Se questo iter non si concludesse positivamente le conseguenze sarebbero gravi soprattutto in relazione alla tutela dell'identità storica - archeologica monteclarense perché tutti i materiali attualmente in deposito verrebbero ritirati dallo Stato, un colpo che rischia di annullare il lavoro trentennale del Gruppo Archeologico Monteclarense. Ci tengo a sottolineare che il PAST è la principale realtà museale monteclarense, dato che le atre esposizioni propongono collezioni private provenienti da donazioni esterne al nostro ambito territoriale.» L'Assessore Basilio Rodella nel 2016 aveva dichiarato che i successivi sarebbero stati gli anni dedicati all'archeologia con il rientro a casa di tutti i reperti archeologici ritrovati negli ultimi 40 anni sul territorio. Ci si augura che il progetto si concluda al più presto per dare modo ad una realtà unica in Lombardia di potersi aprire al pubblico nella sua veste migliore.
Da Netweek (Marzia Borzi)