Durante la tarda Età del Bronzo l’Europa centrale, interessata dallo sviluppo della cosidetta “Civiltà dei Campi di Urne”, registra un perfezionamento della metallurgia del bronzo. Nell’Italia settentrionale alle attività fusorie legate alla lavorazione di tale lega si accompagna lo sfruttamento di giacimenti di rame in quota.
Erano localizzati a 1445 metri di altitudine i nove forni fusori del XIII-XI secolo a.C. scoperti nella località trentina di Acquafredda al Passo del Redebus; località che ha restituito pure la più ingente quantità di scorie (800-1000 tonnellate) finora rinvenuta sulle Alpi. A Peschiera del Garda l’intensa attività metallurgica delle locali palafitte è documentata dal numero dei manufatti bronzei, reperiti a migliaia, e dalla varietà dei tipi rinvenuti. Sempre in area settentrionale, tra Lombardia, Trentino, Veneto, Emilia, vanno affermandosi compagini culturali distinte per forme ceramiche ed usi funerari. Strette affinità con la Cultura dei Campi d’Urne, per esempio, mostra la cosidetta “Cultura di Canegrate”, diffusa tra Piemonte orientale, Lombardia occidentale e Canton Ticino. A dispetto di tali caratterizzazioni territoriali, che sembrano preannunciare i raggruppamenti etnici dell’età del ferro, la penisola italiana, unitamente a gran parte del continente europeo, nel corso del XIII e del XII secolo a.C. si accomuna ai territori del Mediterraneo orientale tramite una “koiné metallurgica” (Peroni) che somma elementi di tradizione centroeuropea con elementi di tradizione egea.
- L’abbigliamento
Nei territori occupati dalla Civiltà dei Campi d’Urne i “nobili portatori di spade” e i loro famigliari dispongono di ricchi ornamenti e di armi in bronzo, nonché di carri cerimoniali, distinguendosi in questo dal resto della popolazione.
Sia in quest’area che in Italia continuano le deposizioni di armi in corsi di fiumi, offerte votive dedicate dalle aristocrazie guerriere a divinità fluviali.
Le spade del Bronzo Recente rinvenute in ambito italiano sono del tipo a codolo e a lingua da presa. A lingua da presa e a codolo sono pure i coltelli, mentre i pugnali, oltre a presentare le medesime impugnature, comprendono tipi con manico a giorno. Tra le asce si distinguono quelle a cannone e i tipi ad alette mediane convergenti verso il basso
L’ornamento personale delle popolazioni dell’Italia settentrionale si compone di spilloni in bronzo, osso e corno con terminazioni a testa di papavero, a collo ingrossato, a spirale ecc., vaghi di pasta vitrea e ambra, collari, anelli, fibule in bronzo dalla caratteristica forma ad arco di violino, presenti, queste ultime, a partire dalla fine del Bronzo Recente.
Appartengono alla “koiné metallurgica” del XIII-XII secolo cui si faceva cenno più sopra le spade a lingua da presa dei tipi Cetona-Reutlingen e quelle a codolo del tipo Terentola, i pugnali a lingua da presa del gruppo Peschiera, gli spilloni a testa di papavero, le fibule con arco ritorto, a noduli, foliato.
- Gli insediamenti
Diversamente da quanto si verifica sulla sponda occidentale, la sponda sud-orientale del Garda è ancora occupata da insediamenti palafitticoli. Nella zona morenica è segnalata invece la tendenza, già avvertita nel Bronzo Medio, a privilegiare la costruzione di nuovi abitati su punti elevati; analogo orientamento si ravvisa nella fascia pedemontana e dell’alta pianura. In Emilia sono ancora attivi i siti terramaricoli, mentre per alcune aree della pianura lombarda e veneta è documentato un fitto popolamento, caratterizzato da villaggi disposti a poca distanza l’uno dall’altro (3-4 o 5-6 km), .
A Ponte San Marco, un sito della alta pianura bresciana, l’abitato del Bronzo Recente e Finale, situato su un dosso in prossimità del fiume Chiese, aveva case rettangolari o leggermente trapezoidali poste lateralmente ad assi stradali ortogonali.
L’ultima parte del Bronzo Recente segna la fine delle terramare, cui fa seguito, in area emiliana, lo spostamento della popolazione verso zone limitrofe. Tale fenomeno si registra contemporaneamente alla “crisi del 1200 a C.”, un momento di forte cesura che in Medio Oriente, Grecia, Nord Africa si manifesta con distruzioni, carestie, diminuzione degli abitati. A Nord dell’Emilia la crisi, oltre ad non essere subitamente avvertita, non porta a fenomeni di spopolamento: l’abbandono pressoché totale dei vecchi abitati è infatti compensato dall’emergere di nuovi insediamenti che si addensano soprattutto lungo alcuni corsi d’acqua.
- Cultura materiale
Caratteristici del Bronzo Recente italiano sono i rasoi finestrati tipo Scoglio del Tonno var. A e quelli a lama stretta tipo Pertosa, in siti dell’Italia settentrionale si rinviene pure il tipo Castellaro di Gottolengo. In ambito padano la produzione di oggetti in osso e corno è rappresentata da manici di lesina, piccole scatole, pettini decorati con motivi geometrici e occhi di dado. Pesi da telaio e fuseruole sono testimoni di attività tessitorie. Per quanto riguarda la ceramica compaiono forme paragonabili a tipologie “sub-appenniniche”, proprie dell’Italia centro-meridionale e caratterizzate, oltre che dall’assenza di decorazione incisa, da manufatti (soprattutto ciotole carenate) dotate di anse molto elaborate. Ancora in ambito padano al variare dalla tipi ceramici corrisponde una suddivisione del Bronzo Recente nelle fasi, BR 1 e BR 2. A Ca’ de’ Cessi la fase più antica (BR 1) si distingue per le anse a espansioni verticali e laterali e per la presenza di forme e decorazioni ancora legate al Bronzo Medio. Nella fase più recente (BR 2) le anse a nastro e a bastoncello sono ormai prevalenti rispetto a quella ad espansioni verticali.
- Le sepolture
Circa i riti funebri, l’Italia settentrionale nel Bronzo recente presenta modalità che variano da zona a zona. Infatti, mentre la sola incinerazione è presente in Lombardia ed Emilia, incinerazione e inumazioni si sommano nei sepolcreti veneti di Franzine Nuovo e Bovolone. Vistose differenziazioni regionali si segnalano anche rispetto all’uso del corredo funebre, arricchito con oggetti in bronzo in sepolture della Lombardia occidentale e in Emilia, ma praticamente assente in Lombardia orientale e Veneto.
Nell’area terramaricola emiliana gli ossuari hanno corredi formati da spilloni, fibule ad acro di violino, pinzette, pugnali. Nei territori della Cultura di Canegrate, diffusa tra Piemonte orientale, Lombardia occidentale e Canton Ticino.
le urne cinerarie, disposte fittamente nel terreno e dotate di corredi formati da ceramiche, collari, spilloni, anelli, lance, pugnali ecc. (bruciati insieme al defunto), possono contenere i resti di più individui. (testo e illus. di D.V.)