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Sigla sito |
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95MORO |
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Denominazione |
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Villaggio dell'età del bronzo di Monte Rotondo |
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Anno ritrovamento |
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1995 |
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Anno intervento |
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1995 |
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Luogo |
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Monte Rotondo |
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Località |
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-- |
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Comune |
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Montichiari (BS) |
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Macro età |
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Età del bronzo |
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Età archeologica |
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Medio |
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Periodo |
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XVI-XIV sec.a.C. |
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Tipologia sito |
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villaggio |
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Tipo struttura archeologica |
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Vallo difensivo |
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Tipo reperto |
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frammenti di vaso |
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Materiale reperto |
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ceramica comune |
In cima a M. Rotondo emergono le evidenze archeologiche del bronzo più corpose, per quanto conosciamo attualmente; questo colle ha una conformazione più allargata rispetto agli altri e presenta un pianoro esteso circa 40.000 mq sul lato nord. Qui si sono trovati i primi frammenti appartenenti a contenitori in ceramica grezza e limitati sondaggi in profondità hanno confermato l’esistenza sotto il coltivo di un deposito antropico spesso 60 centimetri; curiosamente, però, i reperti erano situati tutti in una striscia larga da 2 a 3 metri, cromaticamente più scura rispetto al colore giallognolo del morenico fresco. Grazie alla collaborazione di Basilio Rodella, specialista in foto aree, sia al naturale che all’infrarosso, siamo stati in grado di vedere nella sua totalità ciò che si era notato in superficie. La striscia sopra menzionata circonda per tre lati un’area di 250x150 metri e sarà obiettivo delle prossime ricerche individuare l’esatta posizione del quarto lato, sul versante nord. L’ipotesi più accreditata dagli archeologi è che si tratti di un vallo difensivo costruito tutt’attorno ad un villaggio che occupava un’area di circa 3 ha; la colorazione chiara del morenico fresco ai lati di questo serpentone è da riferire probabilmente al terrapieno messo in opera col terreno derivato dallo scavo del vallo, ipotesi che sarà possibile accertare con uno scavo mirato. Durante il bronzo medio si sviluppa in Emilia, ad occidente del Panaro, una particolare cultura denominata terramaricola; una caratteristica costante dei villaggi terramaricoli, attestata già da scavi eseguiti alla fine del secolo scorso, era quella di essere circondati da imponenti palificate ed altrettanto massicci terrapieni, eretti a scopo difensivo. Nel medesimo periodo la cultura palifitticola della Polada, caratterizzata da capanne lignee costruite sul limitare dell’acqua, si sviluppa sul Garda, sui laghetti inframorenici della prima e della seconda cerchia ed attorno ai laghi montani. Sarà interessante, nell’approfondire l’indagine archeologica su Monte Rotondo, riuscire a stabilire la sequenza cronologico-insediativa, i dati significativi dell’insediamento in base alle strutture che si sono conservate ed ai reperti recuperati; sarà così possibile comprendere a quali delle due culture sopracitate, durante il bronzo medio, le comunità del nostro territorio erano culturalmente e socialmente più affini. (P.C.)
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