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L'ingresso del palazzo dell'archeologia di Montichiari
14/05/2011

Cinque reperti di epoca celtica trovano "casa" nel Palazzo


MONTICHIARI. Gli antichi oggetti sono stati recentemente donati al Gruppo Archeologico che gestisce il «Past».
Si tratta di due brocche, un 'olletta, una lama e una fibula Il sindaco: «Ora aspettiamo il riconoscimento di museo».

Si arrichisce di nuovi recuperi l'archivio degli antichi oggetti che costituiscono la storia di Montichiari, molti dei quali, soprattutto Longobardi, sono esposti nel Palazzo dell'Archeologia (Past) che si trova all'ingresso della salita in Castello, partendo da piazza Santa Maria. Recentemente infatti il Gruppo Archeologico Monteclarense (Gam), che gestisce il Past, ha ricevuto in donazione 5 reperti archeologici d'eccezione, di epoca celtica (V-VI secolo a.C.). Si tratta di pezzi ritrovati anni fa sul nostro territorio in tre occasioni separate e che i rispettivi possessori hanno voluto donare al Gam con la condizione che siano esposti nel Past, luogo ritenuto più adatto ed accessibile al pubblico interessato alla storia monteclarense.
I nuovi reperti sono stati presentati lo scorso 28 aprile in municipio alla presenza del sindaco Elena Zanola, del funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, Andrea Breda, e del presidente del Gam Paolo Chiarini. «La particolarità di questo ritrovamento - ha spiegato Andrea Breda - sta anche nel fatto che i cinque reperti di cui si parla (quattro in bronzo e uno in ferro) sono cronologicamente tutti riferibili al periodo dell'occupazione celtica, e nello specifico cenomane, a partire dal seconda metà del V secolo a.C. In quell'epoca erano in voga scambi commerciali con il popolo etrusco, fino alla seconda metà del I secolo a.C., che si concluse con la definitiva romanizzazione delle popolazioni cispadane».
SONO TRE le donazioni. La prima, comprendente due reperti, è avvenuta in forma anonima ed è stata accompagnata da un biglietto recante la scritta «ritrovati alcuni anni fa in un campo a Montichiari». Comprende una brocca in bronzo a becco d'anatra, priva del manico, o Schnabelkanne di origine etrusca (seconda metà del V secolo a.C.) e una brocca in bronzo con bocca trilobata (prima metà del III secolo a.C.). Anche la seconda donazione comprende due reperti: un'olletta in bronzo priva del manico (seconda metà del I secolo a.C.) ed una lama in ferro di coltellaccio con ribattini nella parte dell'immanicatura (II secolo a.C.). I reperti sono venuti alla luce nel corso di sondaggi pre-livellatori in un campo a Calvisano e poco distante dal confine con Montichiari. La donazione è stata effettuata dal proprietario dell'impresa escavatrice. La terza donazione, infine, consiste in una fibula in bronzo con decorazione a globuli (300-250 a.C.). E' stata rinvenuta molti anni fa in riva al fiume Chiese, al confine nord del comune di Montichiari, da un appassionato di archeologia.
«Il ritrovamento dei 5 nuovi reperti celtici, effettuato a cura del Gam, costituisce un ulteriore tassello del variopinto puzzle archeologico della nostra città - ha dichiarato il sindaco Elena Zanola - siamo ora in attesa del riconoscimento di museo proprio per il Past: l'iter burocratico è a buon punto e la Regione sta vagliando la richiesta. Se tutto andrà in porto, daremo un ulteriore slancio di prestigio al mondo culturale cittadino che in questi anni, tra ristrutturazione di vecchi edifici, donazioni prestigiose, creazione di nuovi poli e nascita del sistema museale di Montichiari Musei, ha consentito alla nostra città di primeggiare a livello nazionale».

Francesco Di Chiara


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