RINVENUTA DAL GRUPPO ARCHEOLOGICO
MONTICHIARI - Una nuova testimonianza della civiltà longobarda in terra bresciana si è aggiunta in queste settimane al già consistente patrimonio archeologico individuato in diverse località della nostra provincia. In località Prato del Gioco, nel comune di Calvisano, quasi sul confine con Montichiari, il Gruppo Archeologico Monteclarense ha recentemente scoperto una tomba alla cappuccina (così vengono denominate le sepolture con copertura a capanna), databile nella prima metà del VII secolo d.C. per gli elementi di corredo di tipo longobardo in essa rinvenuti.
In quell'epoca Brescia era uno dei più potenti ducati del regno Iongobardo che aveva a Pavia la sua capitale. La tomba è stata rinvenuta, su segnalazione di Luciano Gilli, sul fondo di un fosso, ubicazione questa che ha consentito la sua facile individuazione grazie anche alla cortese collaborazione dei proprietari dei siti interessati, dottor Favalli e signor Vitali. Essendo infatti collocata a 40-50 cm sotto il piano attuale del campo, si trova a un livello non intaccabile dalle operazioni di aratura, e quindi difficilmente individuabile in condizioni normali.
Lo scavo è stato condotto dal Gruppo Archeologico Monteclarense, che opera col patrocinio dell'assessorato alla cultura della Provincia, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica ed ha impegnato 13 volontari per una giornata di lavoro.
Orientata in direzione est-ovest, la tomba ha una misura di m 1,93 per 0,52 e una sagoma trapezoidale. Si tratta di una struttura interamente in laterizi costituita da un muretto perimetrale sul quale poggia la copertura dei (sesquipedales), grandi mattoni di un piede e mezzo di lunghezza. Il fondo della tomba è formato da quattro embrici interi.
All'interno sono stati trovati i resti del defunto accompagnati da alcuni oggetti: un pugnale in ferro, una fibbia e due puntali in bronzo appartenenti alla cintura di sospensione del pugnale stesso.
La tomba, per quanto non del tutto integra, appare come una struttura molto solida e ben compaginata, indice della cultura di un popolo come quello longobardo che, rapidamente affrancatosi dalla primitiva barbarie, ha espresso la sua civiltà nelle forme del monastero di S. Salvatore a Brescia. E sappiamo anche che proprio nell'epoca longobarda nel cuore della Bassa fu fondata l'abbazia di Leno, che ebbe grande importanza storica e religiosa.
C'è da presumere comunque che il territorio della Bassa tra Calvisano e Montichiari abbia in serbo altre interessanti sorprese sulla presenza longobarda. Già a Mezzane di Calvisano, ma anche, in particolare, in località Montechiaresa nel comune di Montichiari erano venute alla luce nel 1958 più di 20 tombe longobarde ad inumazione di cui diverse con corredo funerario. Inoltre una vastissima necropoli di alcune centinaia di tombe fu rinvenuta sul finire del secolo scorso a sud dell'abitato di Calvisano.
Diversi indizi fanno ben pensare sulla possibilità di aggiungere nuovi dati e nuove informazioni sulla storia dei Longobardi in terra bresciana che si sta lentamente iniziando a fare, tassello dopo tassello, da molti anni. Con la speranza che l'uso ormai invalso di procedere abusivamente al livellamento dei terreni per facilitare e rendere uniforme l'irrigazione dei campi coltivati con conseguente asporto e movimento di terra, non vada a compromettere o peggio a cancellare testimonianze del nostro passato ancora sconosciute.
Piergiorgio Chiarini