Montichiari
Di Federico Migliorati.
Forte di un gruppo di volontari, il GAM, che da oltre 30 anni opera con significativi risultati su un ampio territorio della Bassa Bresciana, la città di Montichiari torna nuovamente sotto i riflettori in ambito archeologico grazie alla recente donazione della cascina di San Giorgio Alto (credits: Bamsphoto) da parte del proprietario, il professor Federico Varoli, al Comune. Basilio Rodella, assessore alla Cultura, parla di "notizia straordinaria soprattutto perché non prevede alcuna contropartita economica od urbanistica. Con l'acquisizione dei terreni Intorno alla Barchessa e ai resti della chiesa di epoca longobarda con cripta il Comune viene In possesso di un sito unico in zona che consentirà di creare un circuito turistico di grande rilevanza". Le formalità burocratiche per l'accettazione della donazione saranno espletare nel consiglio comunale che si riunirà all'indomani delle elezioni amministrative di maggio.
Negli obiettivi della giunta Fraccaro, esplicitati ln una lettera inviata alla famiglia Varoli, vi è anche quello di istituire una Fondazione "che consenta di recuperare fondi economici necessari alla ristrutturazione ed al restauro dell'Intero patrimonio storico-culturale donato e che si occupi anche della sua gestione".
Tra i progetti anche quello di creare percorsi ciclopedonali da e per il centro città. "il che costituirebbe un volano fondamentale per tutto il settore culturale di Montichiari". La Chiesa di San Giorgio Alto rappresenta una conferma dell'antica dislocazione del primo abitato altomedioevale ove già erano state rinvenute necropoli longobarde verso le Fontanelle. E' probabile che l'origine del luogo di culto, anticamente annesso ad un piccolo monastero, risalga alla seconda metà dell'VIII secolo. Della chiesa si possono notare ancora resti di murature dell'Alto Medioevo e romaniche con una cripta triabsidata: per gli archeologi essa si presenta, quanto a dimensioni e profilo a semicerchio oltrepassato dalle absidi, affine alle chiese monastiche di S. Benedetto a Brescia e di S. Salvatore a Sirmione.