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Età Archeologiche

 
 
 

Età del bronzo - Medio

    Periodo: da 1.600 a.C. - a 1.300 a.C.
     
 
Medio
 
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Durante il Bronzo Medio si registrano alcune innovazioni nel campo della lavorazione dell’osso e del bronzo, fanno la loro comparsa le prime paste vitree, materiali vitrei dalla superficie opaca, intorno alla metà del II millennio va inoltre sviluppandosi un commercio “internazionale” che mette in contatto i territori dell’Europa centrale con le civiltà del Mediterraneo orientale (minoica e micenea). In ambito padano, la colonizzazione di vaste aree a sud del Po (Emilia) e l’impianto di abitati di notevoli dimensioni, soprattutto documentati tra la seconda parte del Bronzo medio e l’inizio del Bronzo Recente, sono sintomi di un incremento demografico destinato a rinnovarsi solamente in età romana. Sempre nell’Italia settentrionale è testimoniata la massiccia presenza del cavallo, utilizzato come animale da traino. Raffigurazioni di carri a due ruote con o senza cavalli, datate alla piena Età del Bronzo, sono attestate in Val Camonica, mentre alcune ruote in legno e teste di spillone in bronzo e corno esemplate su modelli di ruote raggiate provengono da diversi siti padani.
Il Bronzo Medio si articola nei sottoperiodi BM I e BM II e nelle fasi A e B, relative solo al secondo (BM II A, BM II B)

- L’abbigliamento

Tipica del costume femminile del Bronzo Medio è la coppia di spilloni, anche di notevolissime dimensioni, utilizzata per fissare le vesti in prossimità della parte alta del corpo  (gli uomini ne hanno soltanto uno). Al costume maschile riconducono due tipi di arma che proprio ora fanno la loro comparsa, la lancia con cuspide in bronzo e la spada, differenziata, quest’ultima, nei  tipi a base semplice, a codolo, a lingua da presa, a manico pieno. Ad essa si lega l’emergere dell’élite guerriera dei  cosidetti “portatori di spada”, la quale, nell’Europa centrale, avrà un ruolo preminente nel corso del Bronzo Tardo. Le diverse spade rinvenute nei fiumi vanno collegate a offerte indirizzate dai guerrieri appartenenti a questo “ceto nobiliare” a divinità dell’acqua.
Le asce del Bronzo Medio hanno margini rialzati oppure delle alette, ridotte e limitate alla parte mediane nel pieno Bronzo Medio, molto estese nella fase più tarda. Esclusivamente da lavoro sono le asce medio-grandi e con forte spessore rinvenute in area padana. Elmi a calotta, spade, pugnali, asce, archi, sono gli armamenti adottati delle popolazioni che vivono tra Trentino, Lombardia e Veneto, mentre il loro ornamento personale si compone di oggetti in bronzo quali  spilloni, dischi traforati, bracciali, torques (collane di metallo), goliere (serie di torques sovrapposti), cui si associano bracciali in filo d’oro, ganci di cintura in corno, collane con zanne di cinghiale, denti forati, pendagli in bronzo, vaghi in ambra, corno, osso, pietra. Del tutto eccezionali sono i diademi in bronzo provenienti dal lago di Ledro.

- Villaggi, terramare, castellieri

Nell’Italia settentrionale molti degli abitati del Bronzo Antico sono ancora occupati nella prima metà del Bronzo Medio; tuttavia, a partire dal BM II, si segnalano alcune variazioni di rilievo: a fronte di una sostanziale continuità dei siti palafitticoli del Garda, il territorio delle colline moreniche registra un abbandono delle aree depresse in favore di zone più rilevate; in pianura, invece, si assiste alla scomparsa di molti piccoli insediamenti e alla creazione di abitati di maggiori dimensioni.
A Fiavè  nel XIV secolo a.C. all’abbandono della palafitta (occupata fin dal Bronzo Antico) segue la costruzione di un abitato (Fiavè 6) impostato in parte sulla terraferma e in parte in acqua. L’insieme dei pali di fondazione, disposti sia verticalmente che orizzontalmente, forma un reticolo regolare, cui corrisponde una regolarità d’impianto nelle costruzioni della parte aerea. Un sistema di abitazioni regolarmente allineate caratterizza pure le terramare, sorte a partire dalla piena Età del Bronzo Medio nella pianura padano-veneta. Costruite su palafitte, le terramare insieme ai castellieri, posti in genere su alture naturali o su dossi lungo i corsi d’acqua, sono annoverabili  tra i primi esempi di insediamenti fortificati. Le prime vengono protette con un argine di terra e un fossato; i castellieri oltre ad aver difese simile a quelle delle terramare utilizzano cinte realizzate con pietre disposte a secco.
Secondo alcuni studi condotti in Europa, sono di pertinenza degli abitati del Bronzo Medio le fattorie sparse, i pascoli, le coltivazioni, una sorgente e, forse, una zona a bosco.

- Cultura materiale

Nel Bronzo Medio con il corno e l’osso si realizzano zappette, punteruoli, montanti per morsi di cavallo, pettini decorati. Del tutto innovativa è l’introduzione del falcetto in bronzo, che tende a sostituire quello realizzato con elementi di selce. Con la stessa lega vengono prodotti i rasoi, rinvenuti anche in ricche sepolture di guerrieri. Per quanto riguarda i materiali fittili, nell’Italia settentrionale il BM I è caratterizzata dalla presenza di scodelle carenate con ansa a tunnel, tazzine carenate e del tipo Isolone, piatti con breve con breve parete svasata e motivo cruciforme all’interno, attingitoi a corpo carenato con anse ad ascia, a T, a corna tronche. Queste ultime sono destinate a sostituire gli altri due tipi nel BM II A e a perdere importanza nel successivo BM II B, quando il tipo più frequente diventa quello ad espansioni laterali. Nello stesso periodo compaiono le prime anse falcate e a espansioni verticali e gli scodelloni con ansa impostata sulla carena.
I siti del Bronzo Medio del Bresciano restituiscono fuseruole, pesi da telaio, vasi troncoconici con o senza prese laterali, vasi biconici, microvasetti, piatti, coperchi, scodelle, scodelloni, tazze del tipo Isolone e  carenate con anse a nastro, ad ascia, canaliculate, a cappio sopraelevato, cornute ecc. La decorazione delle pareti è costituita da bozze mammelliformi, cordonature, coppelle, solcature a fasci  disposti a cerchio, a croce, a festone; gli orli possono recare delle incisioni parallele o delle ditate


- Le sepolture

Nell’Italia settentrionale accanto all’inumazione compare ora l’incinerazione, un rito che prevede la cremazione del defunto e la deposizione dei resti entro un’urna (cinerario). Nelle aree funerarie venete in cui è documentata la compresenza di entrambe i riti, sono ad inumazione le sepolture con armi (spade, pugnali) e con gioielli femminili (spilloni, fermatecce, collari, braccialetti). I defunti, sepolti in posizione rannicchiata o supina, oltre alle armi e agli oggetti di ornamento sono accompagnati da recipienti in ceramica, mentre a Stenico, in Trentino, presso una struttura funeraria a tumulo, è stata individuata la deposizione di mandibole di orso e lupo. Esclusivamente a  incinerazione sono le sepolture degli abitanti delle terramare. Le loro urne si dispongono una accanto all’altra e su ordini sovrapposti (sono noti casi di cinerari contenenti altri cinerari.). A Monte Lonato di Cavriana, invece, le urne, ricoperte da fondi di dolii e da lastre di pietra, sono state inserite in tombe circondate da ciotoli. I cinerari di questa località contenevano alcuni bronzi; un fatto del tutto eccezionale in quanto l’area compresa tra la Lombardi orientale e il Veneto in genere restituisce urne prive di corredo. (testo e illus. di D.V.)

   
     
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