Nel vecchio ospedale in ristrutturazione tornano alla luce i resti della chiesa cinquecentesca dedicata a S.Rocco.
Il vecchio ospedale, edificio vincolato e in disuso ormai da una ventina d’anni, è stato di recente acquistato dal Comune per essere convertito in una moderna biblioteca civica; per la stesura del progetto e prima dell’inizio della fase operativa della ristrutturazione era quindi opportuno condurre un’indagine archeologica che il Gruppo Archeologico ha promosso presso gli organi competenti.
Il sito nasce infatti, salvo alcune deboli tracce di preesistenze archeologiche bassomedioevali, con la costruzione della chiesa di S. Rocco per un voto fatto dalla comunità durante la peste del 1511.
Il 12 maggio 1512, ricorrenza del patrono, viene posata la prima pietra benedetta dal Vescovo Antonio Magnani e, secondo il rito, collocate nelle fondazioni le ampolle contenenti vino, olio e acqua. Nel 1797, sotto la spinta dei moti Giacobini, vengono soppresse tutte le confraternite compresa quella di S. Rocco e l'edificio cade in abbandono. Nel 1821 il Comune comincia a prendere in considerazione l'idea di costruire un' ospedale per gli "infermi miserabili" e si individua la vecchia chiesa di S. Rocco come edificio adatto a tale scopo; il progetto di riconversione viene affidato all'architetto monteclarense Bicelli..
Il 22 marzo 1828 il Bicelli presenta all'Imperial Regia Delegazione Austriaca una minuta cosi titolata <>; purtroppo del disegno si sono perse le tracce per cui tante descrizioni non sono collocabili con esattezza, se a questo aggiungiamo che il Bicelli muore con i lavori iniziati da poco e sommiamo i normali aggiustamenti in corso d'opera è chiaro che lo scavo archeologico diventa per molti aspetti
decisivo.
Si è iniziato applicando la tecnica georadar grazie alla collaborazione del Dr. E. Finzi del dipartimento di Geofisica dell’università di Padova e raccogliendo le informazioni disponibili dalle ricerche documentarie.
Quello che segue è un'illustrazione che si completerà con le osservazioni raccolte nel corso dei lavori di ristrutturazione degli alzati.
Presbiterio/coro/abside/arcone trionfale:(9,9x5,74 mt.) qui si trovava l'altare maggiore appoggiato su un piano più alto rispetto all'aula ed accessibile tramite gradini; il Bicelli avendo bisogno di un piano generale unico ed avendo scelto come piano di riferimento il pavimento dell'aula abbassa tutto il livello del coro e questa è effettivamente la situazione che abbiamo ritrovato: la perdita di tutti i piani pavimentali. L'abside aveva una forma poligonale con modanature esterne verticali in mattoni lungo gli spigoli di congiunzione delle pareti; di tutto ciò rimane poco più della base di fondazione per quanto riguarda il corpo centrale, la parte nord risulta completamente demolita per la costruzione dei vani bassi, mentre la parte sud è per un tratto inglobata nelle strutture dell'ospedale. Al posto dell'altar maggiore, in posizione decentrata verso sud, il Bicelli fa scavare un pozzo del diametro di 1,20 metri e della profondità di almeno 15 metri, per avere acqua fresca anche in Agosto.
Probabilmente in origine il pozzo era provvisto di una vera con accesso diretto, sta di fatto che ora bisogna fare uno strano percorso sotterraneo per traguardarne l'interno, per altro ben conservato e provvisto d'acqua pulita. Abbiamo portato allo scoperto anche la catena muraria alla base dell’arcone principale, qui lo scavo ha raggiunto la sua profondità massima pari a circa due metri.
In questa zona abbiamo recuperato la maggior parte delle testimonianze delle decorazioni interne costituite da cornici in malta fine pitturata in oro, decorazioni floreali in gesso e frammenti di pitture murali.
Sagrestia:(5,4x4,3 mt.)qui è venuto alla luce praticamente tutto il perimetro dei muri di fondazione ed un 30% del pavimento in mattoni (disegno liscato con listone esterno a squadro con le pareti), ben conservato anche nella parte che testimonia la porta di accesso al presbiterio da parte del clero officiante; addossate sul lato sud le strutture in cocciopesto, mattoni e lastre in pietra dei servizi igienici dell’ospedale già descritti dal Bicelli nella sua minuta.
Campanile:non abbiamo riscontrato evidenze archeologiche al riguardo, l’analisi invece della planimetria del catasto napoleonico ed alcune osservazioni contenute nella minuta del Bicelli ci porta a collocarlo addossato all’angolo coro/aula sul lato nord; anche qui si accedeva alla cella campanaria passando per il presbiterio.
Aula: (23x11,5 mt.) l’aula, che è di notevoli dimensioni ed è divisa in quattro luci dagli arconi che sorreggevano il tetto mattonato, ha conservato tutta la pavimentazione e le murature perimetrali con le basi degli arconi; la pavimentazione originaria in gettata di malta velata superficialmente da uno spessore di cocciopesto che le imprime un colore rossiccio è sormontata in taluni punti dai resti della seconda pavimentazione in mattonato, probabilmente di età seicentesca, recuperata dal Bicelli come materiale da costruzione.
In testa all’aula, ai lati dell’arcone del presbiterio, si sono evidenziate le basi di due altari laterali di dimensioni diverse; in alcuni punti è ancora presente il rivestimento interno delle pareti.
Atrio/portico:(11,9x3,4/3,8 mt.) è ancora quello originario solo un po’ ristretto dal Bicelli sul lato sud;lo scavo ha portato alla luce l’antico pavimento in cotto che si trova ad una quota superiore di 15 cm rispetto all’aula, ha evidenziato il profilo della porta di entrata sottoportico con le basi dei rivestimenti in pietra probabilmente smontati e riutilizzati per la porta posteriore dell’ospedale.
Scalone: nella planimetria desunta dal catasto napoleonico si nota un volume allungato ed addossato al lato nord dell’edificio, per altro lo scavo ha messo in luce nel medesimo punto alcune fondazioni murarie che confermano l’esistenza di un corpo di fabbrica; queste evidenze e la scoperta di una portina al piano superiore ci ha portato a collocare in questo punto lo scalone che portava alla loggia superiore e che il Bicelli demolì.
(P.C.)