Scoperta a Montichiari durante lavori di sbancamento una stele in marmo di Botticino dedicata a un eminente personaggio del primo secolo dopo Cristo
Centoventi quintali di peso, tre metri d'altezza, elegante fattura. Un elegante monumento funebre recentemente scoperto durante lavori di sbancamento viene studiato dal gruppo monteclarense del Gam. Il manufatto in marmo di Botticino fu commissionato, a perpetua memoria di se, dal seviro Lucius Gnatius Germanus vissuto nel primo secolo dopo Cristo. Ora l'area sarà ulteriormente studiata poichè il ritrovamento rinvia alla presenza in loco di un cimitero romano. Ciò visto che i campi dei morti sorgevano lungo le strade indicherebbe il tracciato dell'antica arteria monteclarense.
MONTICHIARI -Il gruppo archeologico monteclarense è impegnato nello studio di un importantissimo monumento funerario di epoca romana venuto alla luce durante un lavoro di sbancamento. Ancora una volta il Gam non ha perso l'occasione per farsi onore. L'anno prossimo sarà il primo importante anniversario di questo sodalizio di volontari che ha cominciato le ricerche archeologiche nel lontano '86-'87, dandosi poi una struttura codificata e definita il 19 febbraio '89.
Un lavoro portato avanti con passione e competenza sotto la supervisione della Soprintendenza di Brescia, una fatica premiata da risultati all'inizio insperati.
Dopo aver censito decine e decine dì siti archeologici sul territorio, dopo scavi di ville, chiese, necropoli, al Gam è ora toccato occuparsi di una stele funeraria alta 3 metri, perfettamente conservata, dedicata a «L. Ignatius Germanus» rinvenuta nel recinto della cooperativa Comazoo durante gli scavi per l'ampliamento, degli impianti produttivi e di stoccaggio. L'area era già «sotto osservazione da parte del Gam» dalla primavera dell'88, avendo i soci del gruppo archeologico, trovato nei campi adiacenti tracce, frammenti e cocci chiaramente attribuibili all'età romana. Nell'89' il Gam organizzò su questi siti una ricerca sistematica che 'confermo l'esistenza di una vasta area di grande interesse archeologico.
L'imponente monumento, in pietra di Botticino; del peso di circa 120 quintali misura alla base, 2,12.x1,78 metri ed ha un'altezza di 2,96 metri. II piedistallo è formato da tre pezzi che si elevano verso l'alto formando tre gradini a simmetria rettangolare; sopra questo poggiava l'ara. L'importanza del manufatto e il fatto che la stele fosse poggiata al centro del piedistallo, ben visibile da tutti i lati, porta a pensare che il monumento fosse all'interno, di una più vasta area sacra. Sul frontespizio dell'ara c'è un'iscrizione: L.(ucius) Gnatius - Germanus - pob (Lilia) sexvir. Sulle due volute è incisa una V (ivus) e una F (ecit). Se ne deduce che il manufatto fosse dedicato ad un personaggio romano di prestigio, appartenente alla tribus pobilia (la tribù di Verona), fatto costruire quando Lucius Gnatius era vivente (vivus fecit).
Gli esperti di epigrafia fanno risalire la costruzione dell'ara al primo secolo dopo Cristo.
Questo importante ritrovamento porta gli studiosi e gli appassionati di storia locale a confermare ipotesi solo fino a ieri campate a mezz'aria: infatti, tutto questo, visto che questi monumenti erano eretti a fianco di vie di comunicazione, porta ad avvalorare la tesi che una strada di epoca romana collegasse, ricalcando il percorso della roggia Santa Giovanna, la villa rustica di Santa Cristina con quella del centro fiera e della colombara Monti.
A questo punto non è fuor di luogo pensare che nei dintorni si trovino i resti dell'abitazione di L. G. Germanus a meno che tutto sia andato distrutto durante l'alluvione che ha fatto crollare il monumento o che molto si sia perso durante la costruzione del mangimificio della Comazoo. Questa importante scoperta e l'approfondito studio che ne è seguito hanno permesso al Gam di sistemare un'altra tessera nel complesso mosaico dell'antica storia del territorio.
Giovanni Roandre