Il nuovo regolamento rischia di aprire una partita delicata sul ruolo del gruppi locali nel campo dell'attività archeologica. « La sinergia tra volontari e professionisti è fondamentale in tutti campi, ma nel nostro manca un accordo: al decreto dovrebbero seguire finanziamenti , per garantire alle associazioni la figura di un archeologo professionista retribuito In caso si presenti la necessità urgente di provvedere ad uno scavo» riflette Paolo Chiarini, presidente del Gruppo archeologico monteclarense che in ogni caso, sottolinea come il Gam non partecipi a scavi archeologici da prima della legge del 2014, e che quelli compiuti siano sempre stati diretti dalla Soprintendenza archeologica «La nostra principale vocazione è la ricerca di superficie, con successiva segnalazione all'autorità competente: dagli anni Ottanta abbiamo segnalato diverse centinaia di ritrovamenti - prosegue Chiarini grazie al monitoraggio costante del territorio senza il quale si rischia una minore tutela dei beni » Anche il presidente del Gruppo Klousios di Casalmoro, Daniele Bandera, risponde alla polemica: « il nostro gruppo, quando si muove nell'ambito di una ricerca organizzata, è un elemento estremamente profiquo per la capillarità della ricerca e della tutela archeologica. Conosce palmo a palmo il territorio, ha rapidità di intervento, è fattore di deterrenza e di limitazione del'attività dei clandestini, conosce i proprietari dei territori e perciò ottiene facilmente il permesso per ricerche di superficie nei loro campi evitando, come purtroppo spesso accade, che tracce archeologiche vengano distrutte per paura di blocchi, occupazioni, costi a carico. A Gambara abbiamo accettato l'onore dello scavo, debitamente autorizzato dalla Soprintendenza e con le conoscenze di chi nel nostro gruppo viene da un esperienza quarantennale di scavi autorizzati e di studi pubblicati». "Fermo restando il principio che il nostro sodalizio è un centro di studi e ricerche-prosegue il presidente, lo scavo per quanto coinvolgente è appassionante, è un aspetto marginale e occasionale della nostra attività e un aggravio di costi e fatiche. Se qualche professionista volesse collaborare a titolo volontario con la nostra associazione sarebbe ben accetto, ma non abbiamo le condizioni per assumere a titolo oneroso una figura professionale. Le nostre entrate provengono solo dall'autotassazione. D'altra parte solo grazie alla nostra opera di controllo le indagini nel sito dell'età del bronzo di Borghetto di Asola da noi segnalato alla Soprintendenza di Mantova, ha ottenuto un cospiquo finanziamento dal Mibac che darà, lo auspichiamo, opportunità di lavoro a giovani archeologi professionisti».