Chissà perché donano tutti a Montichiari. Non è la prima volta, infatti, che alla Città dei sei Colli «piovono» donazioni milionarie. e comunque molto, ma molto interessanti. Si veda. ad esempio, il ricchissimo patrimonio del compianto pittore orceano Giacomo Bergomi, che, una decina d'anni fa, forse anche più, è stato donato al Comune di Montichiari. Il quale, con grande realismo e lungimiranza, ha pensato bene di allestire (al Centro Fiera) un museo, in cui le migliaia e migliaia di oggetti della civiltà contadina che Bergomi aveva raccolto nel corso di una vita sono ora a disposizione di tutti. Si veda, tanto per fare un altro esempio, gli oggetti di valore (soprattutto quadri, ma, ci par di ricordare, pure gioielli) che la famiglia Lechi ha donato, sempre 10-15 anni fa, al Comune, che ha così provveduto ad allestire un bel museo ad hoc. E poi il materiale per la Pinacoteca, e poi... Insomma: da queste parti le donazione sembrano crescere come i funghi. Per questo non ci ha meravigliato, anche se ci ha fatto molto piacere, scoprire che la famiglia Varoli ha espresso la volontà di donare al Comune l'area di San Giorgio Alto, alla quale fanno riferimento non solo una cascinetta e i terreni circostanti, ma anche e soprattutto i resti di una chiesa di epoca longobarda, con tanto di cripta annessa. Si tratta di un complesso antico e glorioso, del quale conosciamo, almeno parzialmente, la storia grazie, tanto per cambiare, agli instancabili uomini e donne del Gam, il Gruppo archeologico monteclarense, che, con la volontà, la passione e le capacità che conosciamo da tanti anni, è riuscito a ricostruire le vicende di queste antiche mura, che risalirebbero all'VIII secolo. Naturalmente, come è giusto e logico che sia, affinché il Comune possa «prendere in carico» il complesso è necessario un atto formale del consiglio comunale, che dovrebbe arrivare dopo le elezioni del 26 maggio. Correttamente, infatti, il sindaco e la giunta, essendo a fine mandato, hanno lasciato l'onore di decidere agli amministratori che verranno eletti alle oramai prossime elezioni. Comunque sia, se il complesso diventerà del Comune, il suo "destino" è, se non proprio segnato, quasi...Innanzitutto bisognerà dar vita a un ente o qualcosa del genere, che si metta in campo per reperire i fondi necessari al restauro. Dopodiché, questo complesso potrebbe entrare a far parte di un circuito archeologico, del quale farebbe parte anche il recentemente inaugurato Past, magari per creare, ma qui siamo nell'ambito della realtà che sconfina nei sogni, una sorta di Archeopark. Un azzardo? Può darsi. Ma un giorno qualcuno (non ricordiamo il nome) sentenziò che «se uno dice che una tal cosa si farà, è possibile che sbagli; se invece dice che una cosa non si farà mai, sbaglia di sicuro». (MTM)