L’INAUGURAZIONE
È un arrivo, ma soprattutto il punto di partenza per far sì che l'archeologia sia sempre più di casa a Montichiari: sabato 4 maggio alle 10.30 sarà inaugurata, nell'edificio che si trova sulla salita al castello, la prima sezione stabile del museo archeologico Past (Palazzo dell' Archeologia e della Storia del Territorio). Il nuovo allestimento è dedicato alle «Pietre antiche della pianura bresciana» ed è il frutto di un lungo lavoro svolto dall'associazione Gruppo Archeologico di Montichiari (Gam), nata negli anni '80, e presieduta da Paolo Chiarini. Si tratta di una gipsoteca (valore stimato: oltre 400mila euro e il massimo sponsor è il Gam stesso) che raccoglie 132 calchi di testimonianze epigrafiche e scultoree da una quindicina di paesi della pianura bresciana: alcuni degli originali si trovano in edifici religiosi, ma la maggior parte in abitazioni private. «Vogliamo ricostruire un'identità raccogliendo i calchi di ciò che rischierebbe di rimanere nascosto, proprio perché disperso sul territorio e talvolta inserito in proprietà private». Ci sono, per esempio, stemmi di famiglie, cippi di-confine, iscrizioni presenti lungo i canali e lapidi di edifici religiosi. li periodo storico è amplissimo. Ciò che sorprende, oltre al lavoro di ricerca minuziosa durato più di dieci anni, è che il Gam stesso, composto da persone di spiccata professionalità, si è occupato della realizzazione dei calchi. «Nell'era della riproduzione virtuale dei reperti, può apparire inconsueto proporre al pubblico, abituato all'immagine digitale, un'esposizione di copie tratte dal calco manuale, ma è una sfida: riportare il visitatore di fronte alla fisicità degli oggetti. Un lavoro unico» commenta Andrea Breda, funzionario della Soprintendenza, che ha curato il coordinamento scientifico. «Non è un arrivo, ma un altro inizio: vogliamo che l'archeologia sia sempre più di casa - commentano il sindaco Mario Fraccaro e l'assessore Basilio Rodella -. L'obiettivo è creare un vero e proprio circuito archeologico. Anche alla luce di un'importante donazione al Comune: la famiglia Varoli intende donare l'area di san Giorgio Alto con i terreni intorno alla Barchessa e ai resti della chiesa di epoca longobarda». /I G. BON.