La famiglia Varoli ha donato l'importante proprietà al Comune, che voterà se accettarla.
Un grande donazione, dal valore storico-culturale inestimabile, potrebbe presto incrementare le proprietà del Comune e di tutta la comunità monteclarense: la famiglia Varoli ha espresso la sua volontà di donare all' ente l'area di san Giorgio Alto, che comprende anche i resti della Chiesa omonima di epoca longobarda, con cripta triabsìdata, nonché il terreno immediatamente attorno. L'intenzione è stata manifestata formalmente in un documento depositato al protocollo alla fine di marzo. Per accogliere la donazione tra le proprietà serve però l'approvazione del Consiglio comunale e quindi si deve attendere la fine della corsa elettorale e il parere della nuova formazione consiliare. Gratuito. «È un'iniziativa spontanea che non ha alcuna contro partita economica o urbanistica», specifica il sindaco Mario Fraccaro: un regalo quindi. Sul cucuzzolo del colle san Giorgio, la Chiesa - che è la più antica di Montichiari e tra le più antiche della provincia- sorge inglobata in un cascinale abbandonato. Grazie al lavoro encomiabile del Gruppo archeologico (Gam) , presieduto da Paolo Chìarìni, è stato possibile ricostruire in parte la lunga storia dell' edificio religioso bisognoso di restauro e del sito. In un periodo successivo la fondazione, fatta risalire al tardo VIII secolo, diventa pertinenza di un monastero dedicato al santo, che si trovava al piede sud-ovest del colle. Dopo Napoleone, la proprietà, terreni agricoli compresi, passa prima al demanici e poi a vari privati e affittuari che vi costruiscono a ridosso edifici, erigendo di fatto un rustico: la Chiesa diventa quindi parte di una vera e propria azienda agricola composta da stalla, fienile e casa del contadino e, per un periodo, è utilizzata come ricovero degli animali e dei macchinari; la cripta invece era adibita probabilmente a cantina. Il Gam, con la Soprintendenza, attraverso scavi condotti nell' area esterna, ha portato alla luce sepolture anteriori al XIV secolo, a cui si aggiungono necropoli longobarde scavate nei paraggi.
Cultura. È evidente dunque quanto il sito sia rilevante, quanto possa ancora svelare e quanto sia arricchente culturalmente la decisione dei Varolì: «Qualora la donazione venga accolta sarà necessario dare vita a un ente che reperisca fondi per la ristrutturazione - spiega l'assessore alla Cultura, Basilio Rodella -. La volontà sarebbe quella di inserire l'area in un circuito archeologico, munito di percorsi ciclopedonali, che comprenda anche il museo Past; il sogno, invece, quello di creare una sorta di parco archeologico, in stile Archeopark, ma ovviamente dedicato ai Longobardi, così da valorizzare la donazione sul fronte didattico». Donazione importante non solo a livello culturale e turistico, ma anche urbanistico: nella zona di Montichiari in questione non ci sono fabbricati, «istituire in quel punto un sito di rilevanza culturale - conclude Rodella - significherebbe anche proteggerla a livello paesaggistico e ambientale».