Montichiari: grido d'allarme del presidente del Gam
E' un appello pressante quello che Paolo Chiarini, presidente del Gam (il Gruppo Archeologico Monteclarense), rivolge al Comune di Montichiari: ''O da Piazza Municipio viene presentato alla Sopritendenza un progetto storico-archeologico e di istituzione di un museo - afferma Paolo Chiarini - o gli oltre 45 mila reperti legati al territorio della città dei sei colli, alcuni dei quali da noi custoditi, sarebbero ritirati dallo Stato, un colpo che rischia di annullare il lavoro di trent'anni della mia associazione''. Una situazione che si è già verificata, seppur limitata a circa 300 reperti, nel 2013 quando, terminata la mostra dedicata alla presenza dei Longobardi nel bresciano, ospitata prima al museo Bergomi e poi al Past (il Palazzo dell'Archeologia e della Storia del Territorio), la Soprintendenza, non avendo ricevuto alcuna richiesta dal Comune, ritirò tutto il prezioso patrimonio, come prevede la legge. Dicevamo dei 45 mila reperti, un numero impressionante a cui si è arrivati nel corso del tempo grazie ad un'attività che il Gam promuove sul territorio della Bassa Bresciana, e non solo, dalla fine degli anni Ottanta. Nel 2015 il Comune di Montichiari, in accordo con la Soprintendenza e con il Gam, ha affidato ad un'archeologa il lavoro di catalogazione di tali materiali che si è concluso nello scorso mese di aprile. La relazione fornita elenca nel dettaglio non solo la presenza nei depositi dei reperti a partire dall'età preistorica, ma propone altresì spazi espositivi e per gli archivi ed alcuni obiettivi di tutela archeologica. Chiarini però non si limita a mettere in guardia l'ente municipale dal rischio che si sta correndo, ma torna a richiamare l'importanza del Past ''che - conclude - è la principale realtà museale rappresentativa dell'identità storica di Montichiari. Gli altri musei della città propongono collezioni private provenienti per donazione da fuori l'ambito territoriale cittadino''.
(fe.mi.)