15/01/2016
La scoperta della chiesa sul colle di San Zeno
Altro tassello importante da non tralasciare è la stradina che scorre ai piedi della collina di San Giorgio. .
MONTICHIARI (cho) La scoperta archeologica della chiesa sul colle di San Zeno (IX-X secolo) a Montichiari apre nuove prospettive in merito alla storia della città e del Sistema Museale di Montichiari. Riguardo alla storia questa scoperta conferma ulteriormente che il primo villaggio monteclarense nacque proprio ai piedi dei colli di San Zeno e di San Giorgio, la collina gemella dove anni fa il Gam (Gruppo Archeologico Monteclarense) scoprì la prima chiesa, quella più antica risalente addirittura al VII-VIII secolo, quindi altermine dell'era longobarda. Attorno alle due chiese i volontari del Gam in questi ultimi anni hanno scavato molto, trovando centinaia di tombe longobarde (ma anche con reperti bìzantini) ed anche i resti di un antico ponte romano sul fiume Chiese che scorre poco lontano dalle falde delle due colline. Che significato potrebbe avere quel ponte? Sarebbe facile rispondere che il passaggio sul fiume univa gli abitanti del villaggio agli "stranieri" provenienti dal nord Italia, quindi probabilmente era una delle vie che le truppe romane imboccavano provenienti dalla Gallia. Fu percorsa anche dall'Imperatore Costantino e da sua madre, la Regina Elena, intenta più di chiunque altro a fondare le nuove chiese cristiane nel IV secolo? Non lo sappiamo per certo, ma se ciò è avvenuto il Gam potrebbe scoprire ulteriori dettagli oltre al sospetto che sotto l'antica chiesa di San Giorgio vi possano essere i resti di un pìù antico luogo di preghiera di epoca romana. Altro tassello importante da non tralasciare è che la stradina che scorre ai piedi della collina di San Giorgio è proprio quella che, diritta, piomba verso il fiume Chiese, nel punto in cui sono state ritrovate le pietre del ponte romano. Chissà che non siano proprio i reperti contenuti nelle 200 casse in arrivo dalla Sovrintendenza a rispondere alle suddette domande. Saranno i volontari del Gam, diretti dal bravo Paolo Chiarini, a sistemare quei reperti nel modo più adatto in quel prestigioso museo, denominato Past, per farlo diventare, ancor più di quanto rappresenti oggi, una delle più importanti attrazioni turistico- culturali- archeologiche dell'alta Italia, allargandone i confini con un maestoso abbraccio al Castello Bonoris.
Mario Cherubini
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