MONTE ROTONDO I e II - MONTE S. ZENO - MONTE S. GIORGIO (Montichiari)
Se prestiamo fede solo all’evidenza archeologica, dalle analisi effettuate sui ritrovamenti, dei quali alcuni tuttora in corso di scavo, l’uomo appare sullo scenario italiano circa 700.000 anni fa.
Durante la glaciazione del Mindel, una regressione climatica collocabile fra i 500 e 300.000 anni fa, il ghiacciaio del Garda si espande in pianura coprendo il territorio monteclarense di riporti morenici ed originando le attuali colline.
Di questo cordone morenico fa parte Monte Rotondo sulla sommità del quale negli anni 70’ vengono raccolti in due luoghi distinti ( stazioni di Monte Rotondo I e II) , dai sigg. Rodella e Trainini, 233 pezzi in selce, dei quali 64 sono strumenti.
Dallo studio dei manufatti e da considerazioni geostratigrafiche si può collocare questa industria litica nel paleolitico inferiore e più precisamente in un intervallo temporale fra l’interglaciale Mindel-Riss e il Riss antico (200.000 anni fa).
Su questa collina ha stazionato “ l’Homo sapiens neanderthalensis”, cacciatore e raccoglitore, conduceva vita nomade seguendo le mandrie negli spostamenti stagionali.
Le stazioni del paleolitico di Monte Rotondo, unico per certe caratteristiche in Lombardia e valle Padana, hanno rilevanza nazionale.
Successive ricognizioni superficiali hanno permesso al Gam di recuperare alcuni strumenti in selce anche sulle colline di S. Giorgio e S. Zeno.
(P.C.)