BRONZO FINALE ( 1150 a.C. - 900 a.C.)
Nel Bronzo Finale le popolazioni dell’Italia settentrionale, abbandonato il modello terramaricolo–palafitticolo, costruiscono nuovi abitati addensandoli, come a Casalmoro, Montagnana e Frattesina, in prossimità di corsi fluviali, mentre rari sono i casi di continuità insediativa.
Nel frattempo, l’affermarsi in determinate aree di facies “protovillanoviane” è preludio alla nascita di culture tipiche della prima età del ferro (villanoviana, di Golasecca, dei Veneti antichi ecc…). Nella Pianura padana centro-orientale tale caratterizzazione dà luogo, secondo alcuni studiosi, ad una facies “Protoveneta” diffusa, oltre che nell’attuale Veneto, in territorio bresciano - con il corso del fiume Oglio come limite occidentale - e mantovano .
Alcuni abitati “protoveneti” divengono importantissimi centri di produzione e di scambio, in contatto con le realtà culturali di Toscana, Sicilia, coste dalmate e Mediterraneo orientale. Il sito di Frattasina (Rovigo), in particolare, ha restituito abbondanti quantità di materiali d’importazione(uova di struzzo, avorio, ambra, ceramiche fini, pani a “piccone”).
L’ABBIGLIAMENTO
Nell’Italia settentrionale le tre fasi del Bronzo finale - iniziale (BF1), piena (BF2) e terminale (BF3) - sono definite dai seguenti oggetti metallici: schinieri tipo Rinyaszentkiraly, fibule ad arco di violino ritorto rialzato al di sopra della staffa (BF1), coltelli a lingua da presa tipo Fontanella e tipo Vadena, varietà C, spilloni tipo Ala (BF2), spillone tipo Fiavè, fibule serpeggianti a tre occhielli con staffa simmetrica, braccialetti a largo nastro costolato con capi aperti a rotolo e tipo Pariana-Zerba (BF 3).
Oltre alle forme sopra ricordate, la sfera degli oggetti d’ornamento comprende altri tipi di spilloni e fibule, torquis, orecchini, fermatrecce, piccoli dischi, anelli in bronzo, perle di vetro di forma globulare, ovoide e cilindrico-conica, pendenti e perle d’ambra, tra cui quelle del tipo Tirinto, teste di spillone a rotella raggiata in osso; mentre l’armamento difensivo e offensivo si compone di elmi, corazze, gorgiere, spade (tipi Allegrona, Cetona, a manico pieno a pomo discoidale ecc.), asce, lance, frecce.
I VILLAGGI
Tra gli insediamenti del Bronzo finale del Bresciano, oltre agli abitati posti su alture di Monte Pedalolo, presso Rezzato, e della Rocca di Manerba, va ricordato il sito di Ponte S. Marco, attestante la continuità del villaggio ad impianto ortogonale del Bronzo recente.
In area veneta, l’insediamento di Montagnana, sorto nel XI secolo a.C., presenta anch’esso una disposizione regolare delle abitazioni (le zone di passaggio erano bonificate con materiale ceramico domestico e da scarti di fornace). Le case, costituite da un unico vano a pianta rettangolare, hanno piani pavimentali formati da stesure di limo e, in posizione quasi centrale, un focolare in limo scottato, di forma rettangolare, steso su un vespaio in materiale refrattario (un secondo focolare era all’esterno dell’abitazione). In certe aree dello stesso abitato, riservate alle attività artigianali (soprattutto produzioni fittili), le abitazioni e i laboratori sono affiancati da forni a cielo aperto
CULTURA MATERIALE
Caratteristici del Bronzo finale sono i falcetti a lingua da presa tipo Casalecchio e i rasoi lunati tipo Fontanella. Le produzioni di manufatti metallici comprendono inoltre oggetti d’uso personale (rasoi e pinzette), utensili (coltelli, aghi, seghe, asce, ami, punteruoli , scalpelli, martellini a occhio ecc.) e situle; legate,queste ultime, a manifestazioni di status delle aristocrazie locali tanto a Nord quanto a Sud delle Alpi. In osso, avorio e corno si realizzano rasoi lunati e pettini (un pettine in avorio prodotto a Frattasina è stato rinvenuto a Cipro) Le forme vascolari del Bronzo finale sono rappresentate da ceramiche da mensa e da cucina (piatti, scodelle, ciotole carenate, tazze, brocche, olle) e da contenitori per la conservazione di alimenti (doli, vasi.). Tra le decorazioni, innovative risultano essere quelle a stampo, a pettine e ad impressione a cordicella. Alcune località venete site lungo il corso del Tartaro e dell’Adige restituiscono pure ceramiche di tipo egeo decorate a bande e festoni. Tra gli altri materiali fittili vanno ricordati quelli che si ricollegano alla filatura e alla tessitura (fusaiole, rocchetti, pesi, ecc.), e con l’arredo del focolare (alari, grandi taralli, fornelli). Legati alla sfera religiosa sono invece le figurette animali, le rappresentazioni umane, gli askoi (vasi configurati a forma di animale), i modellini di carrettini ornitomorfi o tirati da cavalli , nonché le raffigurazioni di uccelli e della cosidetta “barca solare”, attestanti “il prevalere della sfera celeste e atmosferica su quella terrestre e biologica nell’ambito della rappresentazione del divino” (R. Peroni).
I LUOGHI DI CULTO
Nell’Italia continentale e in Sicilia non si assiste ancora all’edificazione di recinti o edifici sacri; permangono tuttavia i luoghi di culto legati a specchi d’acqua, fiumi, grotte, sommità, valichi, cui si legano deposizioni cultuali di manufatti metallici. Così la “Tomba dei Polacchi”, una grotta con corso d’acqua interno sita in territorio bergamasco, accoglie deposizioni cultuali dal Bronzo antico a quello finale; a Desmontà (Verona) una coppia di schinieri, rinvenuti in connessione con piccoli tronchi, erano probabilmente l’arredo di una stele lignea; a Pila del Brancòn (Verona) si offre un probabile bottino di guerra formato da spade, pugnali, lance, elementi di corazza intenzionalmente spezzati ed esposti al fuoco. Particolare è il caso del coltello del XI sec. a C. rinvenuto al Lavagnone (Desenzano del Garda), probabile deposizione votiva in un sito, non più frequentato da oltre un secolo, ma di cui forse si tramanda l’importanza.
LE SEPOLTURE
La combustione e la frammentazione rituale, entrambe presenti a Pila del Brancòn e in altri siti del Bronzo finale, compaiono nella prassi funeraria della cremazione, ormai prevalente in gran parte dell’Italia continentale (sepolture ad inumazione si localizzino ancora in Veneto e Lombardia). Sul rogo, insieme al defunto vengono deposti gli oggetti personali del defunto, come gli accessori dell’abbigliamento, gli utensili e le armi (sottoposte a frattura rituale), mentre il rasoio, normalmente rinvenuto incombusto, sembra che vanga utilizzato per raccogliere quanto resta del rogo
Nell’Italia nord-orientale le incinerazioni si dispongono a formare sepolcreti con sviluppo planimetrico orizzontale, oppure in raggruppamenti circolari con sepolture ad uno o più ordini sovrapposti. Le tombe, costituite perlopiù da olle o da vasi biconici chiusi da una scodella, sono inserite in pozzetti scavati nel terreno o su un piccoli tumuli di terra. È segnalata pure la presenza della tomba a “cassetta”, un tipo di struttura funeraria che, tramite successive aperture, può accogliere nuove deposizioni.
In area veneta il corredo funerario è costituito da armi (spade e lance), fibule, spilloni, anelli, bracciali, rasoi. Tra le sepolture con armi, quelle de le Narde di Frattesina dotate di spade tipo Allerona con borchie d’oro, sono riferibili ad uomini di rango da collocarsi, forse, ai vertici della comunità.(Testo di D.V. e F.F. / illust. di D.V.)